Convivere con il virus
Lo abbiamo già detto, questo non sarà un anno scolastico come gli altri. E un modo per iniziare ad affrontarlo con maggiore serenità è arrivare al 7 settembre con le carte in regola.
Per quanto riguarda la didattica, il MIUR ha messo a disposizione Le Linee guida per la didattica digitale integrata che orienteranno i docenti nella stesura delle programmazioni di un percorso curricolare svolto in presenza e a distanza. Quindi sia la scuola, sia gli studenti e le loro famiglie devono cercare di attrezzarsi al più presto in termini di connettività e di strumenti: quest’anno laptop e tablet saranno gli strumenti di lavoro privilegiati per sviluppare le competenze digitali e eliminare il cartaceo (anche per motivi di igiene).
A disposizione di tutti ci sono poi le competenze professionali delle dottoresse Laura Spinelli, pedagogista, e Antonella Internò, psicologa; ci aiuteranno a mettere a fuoco e affrontare le criticità personali e scolastiche di una ripartenza eccezionale, dopo oltre 6 mesi di assenza dalle aule.
Infine, affinché la necessaria ripresa delle attività possa svolgersi in un complesso equilibrio tra sicurezza, benessere socio-emotivo di studenti e lavoratori, qualità dei contesti e dei processi di apprendimento, rispetto dei diritti costituzionali all’istruzione e alla salute, il Comitato Tecnico Scientifico (CTS) ha indicato la linea a cui le istituzioni scolastiche devono attenersi vedi Piano Scuola 20-21. Oltre a suggerire, per le scuole secondarie di secondo grado, una differenziazione dell’inizio delle lezioni e dell’ingresso nell’edificio, il CTS prescrive come misure preventive essenziali il distanziamento fisico, la rigorosa igiene delle mani, personale e degli ambienti, l’uso della mascherina.
Per garantire il distanziamento fisico – un metro fra le bocche degli studenti e 2 metri tra l’insegnante e i banchi – il Moreschi ha adottato le misure necessarie attraverso la riprogettazione degli spazi e la riorganizzazione della mobilità delle persone (studenti, personale, visitatori) all’interno dell’edificio. L’uso della mascherina sarà obbligatorio in ogni situazione di movimento e in tutte quelle situazioni (statiche o dinamiche) nelle quali non sarà possibile garantire il distanziamento. Per quanto riguarda l’igiene personale e degli ambienti, il Protocollo sicurezza per la ripresa di settembre dell’Istituto conterrà anche tutte le procedure in termini di sanificazione (pulizia, aerazione, disinfezione). Il materiale necessario alla profilassi consiste nelle mascherine, nel sapone e nel gel disinfettante per le mani.
Queste le indicazioni del CTS circa le precondizioni per la presenza a scuola: assenza di sintomatologia respiratoria o di temperatura corporea superiore a 37,5°C anche nei tre giorni precedenti; non essere stati in quarantena o isolamento negli ultimi 14 giorni; non essere stati a contatto con persone positive al SARS-CoV-2, per quanto di propria conoscenza, negli ultimi 14 giorni. E su questo passaggio è necessaria una riflessione.
Tutte le componenti del Moreschi sono state impegnate, nei giorni scorsi, a integrare i Regolamenti di Istituto e il Patto di corresponsabilità: nessuna istituzione scolastica può essere efficace se non agisce come comunità educante. Alle famiglie si chiede, per esempio, l’impegno di monitorare la salute dei propri figli (non sarà la scuola a verificare la temperatura degli studenti) e di indicare loro come evitare comportamenti a rischio. Gli studenti sono, in prima battuta, invitati a conoscere le nuove regole legate all’emergenza e a rispettare le disposizioni organizzative e di sicurezza; e, più in generale, ad assumere sempre comportamenti responsabili e a condividere una sempre più consapevole cultura della sicurezza. La tutela della salute è un diritto dell’individuo e un interesse della collettività, ma la garantiamo solo se ce ne facciamo carico. Un esempio semplice, l’utilizzo da parte di tutti dell’applicazione IMMUNI: lo sapevate che l’applicazione può essere usata a partire dai 14 anni? Da parte loro, docenti e personale ATA del nostro istituto stanno aderendo in maniera volontaria al test sierologico previsto per il contenimento e contrasto dell’emergenza epidemiologica.
La sospensione delle attività scolastiche e il successivo isolamento hanno determinato una significativa alterazione della vita sociale e relazionale dei ragazzi determinando al contempo una interruzione dei processi di crescita in autonomia, di acquisizione di competenze e conoscenze, con conseguenze educative, psicologiche e di salute che non possono essere sottovalutate. È quindi stimolante, in questi giorni, ascoltare le opinioni dei molti che sui media sottolineano l’importanza della riapertura. Lo fanno psichiatri e psicologi, lo fanno i pediatri e anche gli economisti. Studiare è un diritto e al contempo un dovere, anche (o soprattutto) in questi mesi di preoccupazione e incertezze. Ha detto di recente Mario Draghi: “La partecipazione alla società del futuro richiederà ai giovani di oggi ancor più grandi capacità di discernimento e di adattamento”; e l’educazione è lo strumento principale per formare le nuove generazioni e renderle critiche, autonome, realizzate. Non è quindi un’esagerazione che l’Onu abbia definito l’effetto nel mondo del lungo lockdown una «catastrofe educativa»: l’istruzione è un processo cumulativo e se si saltano dei passaggi si limita la capacità di imparare in futuro.
Per gestire le eventuali emergenze Il 21 agosto sono state pubblicate le Indicazioni operative a cura, tra gli altri, dell’Istituto superiore di Sanità, del Ministero della Salute e del Ministero dell’Istruzione. Si tratta di un documento in continuo aggiornamento, che indica come procedere con una riapertura scolastica più sicura attraverso la consapevolezza dei rischi per la salute pubblica, non solo sui ragazzi, sul personale scolastico e sui loro contatti sociali immediati, ma anche a livello di comunità. Perché il futuro dipende più che mai dai nostri comportamenti: per permettere che la convivenza con il virus resti entro confini accettabili dobbiamo attenerci scrupolosamente alle misure di protezione e distanziamento sociale che ormai conosciamo bene. Lo dobbiamo fare per noi stessi e per gli altri.